Toxoplasmosi

Il gatto e gli altri felidi sono gli unici ospiti definitivi (sviluppo della forma adulta) di Toxoplasma gondii, un parassita che alberga nel loro intestino e che presenta una vastissima gamma di ospiti intermedi. Il gatto, e soprattutto quello di età inferiore ai 6 mesi, può infettarsi mangiando topi, ratti, uccelli e poi in seguito all’ingestione delle cisti presenti nelle prede infettate inizia il ciclo infettivo intestinale dove il toxoplasma moltiplica e produce uova (oocisti) che, a distanza di 1-5 settimane dall’ingestione, vengono eliminate in gran numero con le feci per 2-3 settimane. Ad ogni modo meno del 50% dei felini che vengono in contatto con il toxoplasma diventerà poi eliminatore. Il gatto che si infetta comincerà ad eliminare le oocisti dopo 1-5 settimane. Un’informazione importante consiste nel sapere che in seguito a successive esposizioni del gatto al parassita l’eliminazione sarà davvero nulla e anche in quei rari casi dove si ha nuovamente eliminazione di oocisti, il loro numero sarà minore e spesso insufficiente a trasmettere il parassita. Le oocisti, eliminate nell’ambiente non sono subito infettanti, hanno bisogno di un periodo di maturazione (sporulazione) che varia da uno a cinque giorni o più, secondo la temperatura ambientale, ma una volta sporulate risultano molto resistenti e possono sopravvivere per molti mesi nel suolo o nella sabbia umidi e in ombra.
Per ridurre al minimo la possibilità che il gatto si infetti, dobbiamo innanzi tutto far adottare al nostro amico felino uno stile di vita adeguato: vivendo chiuso in casa ovviamente non avrà la possibilità di predare topi ed uccellini e di conseguenza di venire in contatto con la forma intermedia del Toxoplasma e diventare eliminatore. Buona norma igienica è pulire la lettiera del gatto tutti i giorni, non permettendo così alle oocisti, eventualmente eliminate dal gatto, di andare incontro al processo di maturazione che le rende infettanti e pericolose per l’uomo, altrettanto importante è evitare assolutamente di alimentare il gatto con carne cruda, primo veicolo di contagio.
Come si può capire dal comportamento biologico del Toxoplasma non è così semplice per il proprietario infettarsi con le oocisti eventualmente eliminate dal proprio gatto. Nel dubbio che il nostro amico sia infettato conviene resistere al naturale istinto di metterlo fuori casa, parlatene con personale esperto e chi meglio di un Medico Veterinario può consigliarvi!
Per sapere se il proprio gatto è positivo, in altre parole se possiede anticorpi contro il Toxoplasma, basta far eseguire un esame del sangue in ambulatorio; ma ricordiamo che positivo non significa eliminatore ma solo che il soggetto in questione è già venuto in contatto con la malattia e possiede quindi anticorpi che eviteranno una successiva eliminazione nel caso venisse nuovamente in contatto con il Toxoplasma. Solo un aumento di quattro volte o più del titolo di anticorpi anti-toxoplasma per un periodo di tre o quattro settimane è indice di infezione recente in un gatto che mostri segni indicatori di toxoplasmosi. Invece un gatto negativo (assenza di anticorpi), in altre parole non immune sarà più a rischio in quanto potrà contrarre la malattia ed eliminare le oocisti. Proprio il negativo sarà un soggetto da controllare e non far uscire da casa.
Per onor di cultura ricordiamo che le prime fonti di contagio per l’uomo sono la carne poco cotta o cruda (particolarmente bovina e suina), le verdure consumate crude e non ben lavate e prodotti caseari non pastorizzati, ancor prima del nostro amico gatto. Per ridurre l’esposizione è inoltre utile prendere l’abitudine di lavarsi accuratamente e energicamente le mani con acqua e sapone dopo contatti con terreno, gatti randagi, latticini non pastorizzati, carni o vegetali crudi.